SPINNING AL SILURO IN PIENA DA RIVA

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Testo e Foto di Daniele Meacci

Dopo caldo, afa e temperature dell’acqua oltre i trenta gradi ogni anno arriva anche la stagione delle piogge e tutti attendiamo quelle forti perturbazioni che andranno a creare quella situazione che tutti aspettiamo con ansia e che ci fa salire l’ adrenalina a mille; I fiumi in piena.

Vorrei dare un idea, soprattutto a chi intraprende questa tecnica, di quelli che sono i rischi e di quanta sia poi la soddisfazione se riusciamo ad agganciare uno di questi splendidi ed enormi predatori.

Che sia estate o inverno non ha importanza. Il fiume in piena rappresenta il momento più interessante per insidiare i siluri a spinning. Senza dubbio questa è la tecnica più redditizia se vogliamo fare svariati incontri ravvicinati durante la sessione di pesca. Capita sempre di dover entrare in scena all’ improvviso e la mente non può che afferrare la combo e scendere lungo l’ argine dando le spalle a pub e locali affollati di bella vita che ti osserva col collo torto in parte ammirandoti, in parte credendo che sei pazzo. Purtroppo con le piene c’è poco da organizzare, l’ ideale sarebbe aver tempo e nel momento giusto.

Al minimo segnale di aumento della corrente e non necessariamente proporzionale all’aumento del livello del fiume, i siluri come tutte le altre specie di pesci, trovano riparo nell’immediato sottoriva, dove l’ acqua, anche a causa della conformazione dell’argine stesso, crea delle zone prive di corrente e quindi riparate. E’ proprio qui che andremo a lanciare.

E’ da considerare che nell’ottanta per cento dei casi se parliamo di spinning in piena, saremo in pesca sotto la pioggia su argini più o meno fangosi ed è quindi d’ obbligo raggruppare il più possibile l’ attrezzatura in modo da semplificare gli spostamenti per non renderli scomodi e pericolosi allo stesso tempo. Io mi trovo benissimo con lo zaino Specialist di casa Carson che oltre all’ estrema comodità e robustezza, il tessuto in 800 denari lo rende impermeabile al 100%.

” All’ acqua si da del lei ” e sono quindi da evitare bravate lungo il cammino perchè un errore potreste pagarlo veramente caro, soprattutto se indossate cosciali o waders, i quali scivolando in acqua si riempirebbero in un istante d’ acqua tirandovi giù senza nemmeno avere il tempo di toglierveli. Come Wader utilizzo i GoodYear in gomma sia per la comodità che per la robustezza visto che sono praticamente indistruttibili. Senza dubbio sono anche da evitare uscite in solitaria soprattutto se avete intenzione di battere spot isolati e sperduti; la guantatura di un pesce di media taglia che da soli potrebbe risultare impossibile, in due diverrebbe un gioco da ragazzi.

Ho avuto veramente un numero incredibile di combo con le quali sono riuscito a prendere pesci di grossa taglia. Carson CatSpin 40-160 gr. è in mo parere la canna ideale per affrontare qualsiasi situazione con pesci di qualsiasi taglia. La si può abbinare al Teben ABS 500 9+1, al Beast 5000 come pure al nuovissimo Falcon 4500/5000.

La potenza della canna, spesso oggetto di polemica nei social network inizia sempre quando si presenta la necessità di pescare con esche leggere. In mio parere lo spinning al siluro rompe ogni schema ed ogni regola. Mentre nella ricerca di qualsiasi altro predatore andremo a scegliere la combo da utilizzare in base al peso dell’esca che dovremo lanciare e gestire al meglio, con il siluro, vista la taglia che raggiunge, è bene non farsi mai trovare impreparati. Questo vale anche se dovessimo pescare in spot ridotti e con irrisoria portata d’ acqua. Minore sarà il tempo del combattimento, minore sarà il rischio di slamare o perdere il pesce dietro legna o pietre. Mediamente un pesce di 2.00 riesco a tirarlo via d’ acqua in 5/7 minuti e vi potrà sembrare poco ma vi assicuro in quei momenti, i minuti sembran ore. Nella mia plano troverete Shad Hunter da 5,8”, Pig Shad 15 cm, Buster 2 Cranckbait, Deep Hunter Swimbait da 90 gr e il mitico Cranky Fat letale in soli 18 gr..

Certo è che lo spot sia alla base di tutto ma potremmo anche dire che l’ hot spot in piena ” non esiste”. In piena i momenti di livello stabile del fiume durano una, due o tre ore al massimo e quindi nella maggior parte dei casi ci troveremo a pescare in fase di salita o discesa dello stesso. Ogni metro di argine può trasformarsi nell’hot spot e tutto dipende dall’altezza e velocità dell’acqua.

E’ importante giunti in pesca, cambiando almeno tre spot per battuta, memorizzare bene quello che succede in ognuno di questi per poter poi arrivare alla conclusione che con il livello X del fiume abbiamo la meglio in uno spot piuttosto che negli altri. Venti centimetri più, venti centimetri meno cambiano poco, ma già una variazione di quaranta centimetri d’ acqua possono in alcuni casi cambiare totalmente la fisionomia di uno spot talvolta rendendolo irriconoscibile e di conseguenza dall’essere un posto ” magico ” diverrebbe con molta probabilità un posto da cappotto o viceversa. Quindi va bene essere approssimativi ma senza esagerare!!! Altrimenti giungerete sullo spot e lo troverete diverso da come pensavate di trovarlo! Ovviamente questi accorgimenti si maturano e ne capiamo bene l’ importanza con un po’ di esperienza e cappotti sulle spalle! Mai arrendersi le soddisfazioni arriveranno.

Pensate che quando ho iniziato questa splendida disciplina non c’ era tutta questa informazione e dunque ne ho combinate di cotte e di crude. Dalla scelta delle combo, al curar poco i nodi di giunzione fra treccia e fluorocarbon, bassa qualità/libraggio di moschettoni, split e ancorette, artificiali non idonei in termini di robustezza. Ho perso decine di pesci spaccando il filo, addrizzando ancorine, aprendo split e spezzando perfino i mulinelli. Adesso ho uno standard che seguo da anni che in tutta sicurezza mi regalano soddisfazioni giorno dopo giorno.

Io son anche del parere che chi rischia poco gode poco e dunque, per come sono fatto, sporadicamente capita di spaccare il finale con un pesce a causa di un mio eccessivo azzardo, quello che poi siam soliti raccontare come sfortuna.

Albright Reverse o ancor meglio Tony Pena con 8 e 7 giri per la giunzione dei finali tra diametri minimi 0,40/1.00 mm., Uni o Palomar per la connessione all’ eventuale moschettone, un mulinello con almeno 9 kg di max drag e ancorette originali Owner ST66. Split e moschettoni vista la probabilità di una forte leva in torsione n fase di combattimento, devono avere un libraggio doppio al carico rottura del vostro finale/ trecciato.

In pesca non potete lasciarvi tormentare dal dubbio di non essere perfetti con l’ attrezzatura. Dovrete avere la mente lucida e concentrata da dedicare solo al pesce, al combattimento.

Arrivati sul fiume possiamo trovare situazioni molto differenti tra loro e queste dipendono dal livello, dalla corrente e dal colore dell’acqua.

Come per tutti i fiumi anche il livello idrometrico dell’Arno è sempre visibile on-line e darci un attenta occhiata prima di salire in auto, vi permetterà di individuare lo spot più idoneo per quelle date condizioni.

Con il passar del tempo e un po’ di esperienza, la vostra mente dovrebbe riuscire ad associare lo spot più redditizio per ogni livello del fiume o canale in cui pescate.

Solitamente, soprattutto quando le piogge non sono state poi così forti da creare un bel rialzo, dedichiamo più tempo nel lanciar l’ esca, a ridosso se non dentro, a fognoni e/o piccoli canali affluenti che sicuramente staranno già intorbidendo e colorando di marrone l’acqua.

Il torbo nelle ore diurne, priva le prede del siluro del senso che permette loro sia di mangiare che di non esser mangiate e cioè, la vista. E’ proprio con queste condizioni e con il buio della notte che possiamo trovare il nostro baffone in piena caccia e questo si farà notare con violenti scoppi sull’acqua; il tipico suono che emette quando attacca, nell’istante in cui aspira la preda.

Il momento di massima frenesia alimentare è senza dubbio la salita del fiume fino all’ apice di piena, poi probabilmente, piena… sarà la loro pancia! Non disperatevi però perchè il vantaggio dei forti aumenti di livello è proprio il ritrovarsi tutto il pesce sotto riva ed è quindi nostro dovere, nel caso in cui non ci siano segni di attività, lanciare e rilanciare l’ esca così tanto da disturbarli e provocare un attacco.

In certi momenti è veramente semplice riuscire ad incannare un pesce che però dobbiamo farci sempre delle domande prima di lanciare un esca in acqua. Riesco a gestire un combattimento da questa posizione? L’ argine è in condizione da permettere una guantatura in tutta sicurezza?

Se la posizione vi permette un combattimento e l’argine, ben compatto e ad una giusta altezza dall’acqua, vi consente la guantatura, possiamo dunque dire che il cinquanta per cento del lavoro è fatto. Diversamente vi ritroverete con il mulo sbobinato lasciando l’ esca e cento metri di trecciato in bocca al siluro oppure, resterete come ” bischeri ” ad osservare la cattura da due metri di altezza!

La fase successiva al rialzo, con livello stabile o in calata, non è affatto da sottovalutare. Infatti, dopo che si saranno saziati, sarà finalmente possibile riuscire a far scendere più in profondità l’ esca nella ricerca di qualche esemplare più grosso.